by
James D. Armstrong, Jr. on Jazz Now, November 2001 issue
Chaussette Verte is Guido Silipo, guitar; Denis Pechoux, keyboards; Filippo
Leporelli, electric bass, and Pino Marroccella, drums.
What is immediately striking
about this group is its non-competitiveness; unlike its stateside counterparts,
ultra-complex arrangements and flashy technical displays are avoided in favor
of atmospheric, motive-based improvisations. And thankfully, in the true spirit
of improvised art, expressive content emerges from form. A case in point is the
piece "La Niege," a gentle ostinato distantly resembling a paraphrase
on McCoy Tyner's early piece, "Aisha." Underlying the proceedings is
Marroccella, the magnificent timekeeper; this is percussion artistry of the
rarest sort.
Copyright Jazz Now, November 2001 issue,
all rights reserved
http://www.jazznow.com
Un contributo di Robert L. Parker
Avete mai sentito parlare di Chaussette Verte? Sono quasi certo di no. Questo quartetto jazz sembra operare in semiclandestinità, pur essendo oggetto di grande attenzione da parte di un ristretto, ma fedelissimo, pubblico, che si dà appuntamento da un concerto all’altro, come un gruppo di cospiratori.
Ho avuto la fortuna di assistere ad una delle loro rare esibizioni dal vivo, e devo dire di essere rimasto senza parole: la loro musica è totalmente spesso improvvisata, senza neanche un tema scritto, ma invece di essere spigolosa e difficile, come capita a volta con il free jazz, si rivela estremamente godibile, direi quasi coinvolgente, pur senza cedere nulla alla banalità.
“Il free jazz si sviluppa a partire da un tema, con un sistema di dialoghi fra gli strumenti, in cui ognuno pone la sua tesi. Questo rende inevitabilmente competitivo il rapporto fra gli strumenti, è il suo bello. In C.V. evolviamo la musica a partire da microframmenti, impressioni, o a partire da stimoli contingenti, ma in modo cooperativo, contribuendo tutti al risultato, né in competizione, né attraverso il rapporto gregario che intercorre tra solista ed accompagnatori nel jazz classico”
I brani non sono coperti da copyright “Preferiamo la paternità delle idee alla loro proprietà: se lasci le idee libere per il mondo può darsi che crescano e che diano frutti interessanti, se le tieni legate alla tua proprietà rimarranno per forza di cose sterili. D’altronde è improbabile che la nostra musica dia luogo ad enormi guadagni dal copyright, meglio che i pochi che hanno voglia di diffonderla siano liberi di farlo”
“Inoltre se la proprietà dei beni materiali è resa necessaria (con tutte le implicazioni dolorose che questo comporta) dalla impossibilità di fruire in molti contemporaneamente dello stesso oggetto, i beni immateriali, come le idee, le invenzioni, e la musica, non hanno questo problema, pertanto il loro possesso non ha giustificazione morale. È per questo che quello che vendiamo sono i nostri CD, non la musica. Quella ognuno se la può scaricare gratis dal sito. Ciò che pagate è il supporto e la stampa da parte della compagnia che si è presa l’incarico di occuparsene. Dopodiché copiate, masterizzate, suonate la nostra roba come e quanto vi pare, per hobby o per guadagnarci. Ci riserviamo soltanto di approvarne l’uso nella pubblicità: è una palese incoerenza rispetto a quanto detto prima, tuttavia non possiamo accettare che le nostre creature vengano coinvolte in campagne fatte da marchi di cui non approviamo il comportamento.”